Il giorno 4 maggio 2004 la Galleria Lia Rumma presenta la produzione recente dell’artista egiziana Sabah Naim.

Nata a Il Cairo nel 1967, Sabah Naim già nel 1999 propose al pubblico italiano, nella Biennale dei giovani artisti del Mediterraneo, a Roma, i suoi lavori con carta di giornale. Erano quadri in cui la superficie della tela veniva ammutolita dall’accumulo di giornali, riciclati e appallottolati, come se il disordine dei “rifiuti” trovasse una sua logica nell’ordine imposto dall’opera.

In una fase successiva della sua ricerca, l’artista decide di guardare al passato e al presente della sua terra, con uno sguardo malinconico e poetico. Oggetto d’investigazione diviene quindi una foto di famiglia in cui l’artista è ritratta, bambina, insieme a suo fratello nella casa dei genitori. Un’immagine antica, scolorita, che acquisisce calore e credibilità attraverso l’elaborazione ossessiva e seriale a cui è sottoposta. Nasce un numero cospicuo di opere, a cui si affianca però un lavoro capillare sulla realtà quotidiana, sulla vita del Cairo, rubata o dalle fotografie dei giornali, o dalle foto che l’artista stessa scatta nelle vie della sua città. Le immagini sono poi stampate su carta, arricchite da simboli che ancora ricordano la cultura e l’arte decorativa mediorientale, le architetture urbane, i dedali delle càsbah, le circonvoluzioni degli stucchi che decorano le moschee.

La tecnica di Sabah Naim si raffina e apre la strada ad un lavoro più complesso, presentato in occasione dell’ultima Biennale di Venezia, nella sezione Smottamenti. Accanto al video People of the city, in cui l’artista documenta scene di vita al Cairo con lo stesso stile ed eleganza visiva delle opere su carta, vengono presentate cinque grandi tele. Il lavoro è senza dubbio innovativo. La superficie è per metà annullata dall’iconografia muta delle carte di giornale, mentre l’altra metà racconta frammenti del quotidiano, catturati da volute e arabeschi che qui acquisiscono un carattere quasi ipnotico, data l’ampiezza del quadro e la profondità dell’immagine su cui il segno va ad insinuarsi.

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