"The End of the World" è la prima mostra di Alfredo Jaar nella galleria, dedicata all’impatto delle industrie estrattive e delle catene globali dei minerali critici (come litio, cobalto, rame). Al centro, l’opera The End of the World (2023–2024), realizzata con dieci minerali chiave per le tecnologie moderne.

La mostra denuncia le conseguenze ambientali, sociali e geopolitiche dell’estrazione, proponendo una nuova visione del rapporto tra umanità e Terra: non più sfruttamento, ma collaborazione ecologica.

Realizzata dopo cinque anni di ricerca con il geologo Adam Bobette, l’opera trova spazio in una sala monumentale, dove scala e luce rafforzano la gravità del messaggio.